Ricordando Francesco Piva
Proponiamo ai Soci e amici dell'A.A.E. due contributi (di Pierandrea Brancaleoni e di Roberto Sannevigo) a celebrazione e ricordo di una persona meravigliosa, che sabato 7 febbraio è improvvisamente scomparsa e che alcuni di noi hanno conosciuto ed apprezzato nel corso di lunghi anni di attività in ambito culturale e sociale: Francesco Piva, ideatore e promotore negli anni ‘70 a Padova della Comunità per le Libere Attività Culturali (C.L.A.C.).
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Nella Padova degli anni ‘70, ove la Cultura era pesantemente ipotecata dalle baronie Universitarie, prendevano vita associazioni culturali di ogni tipo, attraendo cultori della materia di tutte le età ed estrazione con l’organizzazione di corsi, convegni, incontri.
Francesco ebbe l’intuizione, allora, che una “Associazione di associazioni” avrebbe potuto pesare maggiormente ed essere vincente: sia nel reperimento di fondi presso le Amministrazioni Pubbliche (Comune, Provincia e Regione) per finanziare le attività di tutte le realtà culturali, sia nel dotarla di un luogo adeguato con sufficienti spazi per accoglierle tutte, quale polo di attrazione di talenti, produzione di materiale didattico e di ricerca, spostando così il baricentro verso una cultura maggiormente scevra da manipolazioni di potere e colore, promovendo nel contempo anche l’interdisciplinarietà, che in quegli anni emetteva i primi vagiti.
Assieme ad un gruppo di amici, alcuni già “passati oltre” come Perissinotto (fotografo in Padova), Giulia Fabbrini (Lettore d’inglese presso la UniPD), l’avv. Bruno Arrigotti (la mente legale di tutte le Associazioni Culturali di Padova sino agli anni ’90), riuscì nell’intento, e, quando venne dismesso il Macello Vecchio la CLAC ebbe anche lo spazio che le occorreva. Così nei primi anni ’80 venne installato l’Osservatorio astronomico pubblico e successivamente, negli anni ’90 anche il primo Planetario, con il riconoscimento ufficiale del Comune di Padova: in quanto veniva installato nei locali della CLAC.
Sempre in quegli anni nasceva anche l’A.P.A. (Associazione Padovana Astrofili) che proprio all’ex-Macello aveva la sua sede, organizzando le prime serate pubbliche nella “Terrazza delle Stelle”.
Da quegli anni molta acqua è passata sotto i ponti, ma Francesco è sempre stato lì, Segretario della CLAC, gestendo, recuperando, restaurando, promuovendo questa meravigliosa opportunità per la città di Padova e non solo, fondando anche il Club Unesco di Padova, con mille idee e progetti, sempre pronto ad offrire con garbo e gentilezza spunti, assistenza, consigli, con chiunque, giovane o anziano, laureato o no, intessendo una rete enorme di relazioni tanto che nel 2011 riceve l’onorificenza quale Padovano Eccellente per l’anno 2010. Onorificenza che ha accettato, (violentando la propria natura schiva, refrattaria a questo tipo di celebrità), per tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione ed il mantenimento della CLAC.
Sabato ci ha lasciato, così come era uso fare quando si rapportava con tutti, in punta di piedi, per non disturbare, e tutti noi oggi ci svegliamo un po’ più poveri, per aver perso un amico sincero.
… ad astra, Francesco!
Pierandrea Brancaleoni
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Desidero aggiungere anche la mia testimonianza dell'instancabile pensiero di Francesco degli ultimi mesi intorno all'idea di una cultura sperimentale, intesa come bene inestimabile di tutta una comunità, da coltivare e preservare. Una cultura fondata sulla conoscenza e sui dati sperimentali, trasparente alle diverse colorazioni e incardinata sulla consapevolezza e capacità di valutazione critica di ciascun individuo all'interno di una comunità, in piena libertà rispetto a schemi, tradizioni e schieramenti precostituiti.
Negli ultimi mesi Francesco mi aveva consegnato il testimone, la responsabilità di continuare il lungo percorso che lui aveva tracciato. Stava lavorando con me e altri amici alla costituzione di una fondazione di cui vagheggiava da anni. Una fondazione quale strumento operativo per proseguire il lavoro avviato che potesse amplificare l'efficacia delle azioni, delle iniziative culturali e delle occasioni di formazione e di conoscenza ed essere un interlocutore efficace ed attivo per la realizzazione del progetto ambizioso, anch'esso vagheggiato fin dal tempo della fondazione della CLAC, di un polo per la diffusione della conoscenza scientifica, tecnologica, artistica e della memoria storica delle opere dell'ingegno umano che valorizzasse l'intera area dell'ex Macello di via Cornaro. Un luogo fisico e ideale dove intorno al Planetario già operante ormai da quasi sette anni, con 200 mila visitatori, attraverso la collaborazione di diversi soggetti e delle diverse associazioni di promozione culturale, scientifica, ambientale, sociale, artistica e di salvaguardia di beni, luoghi e culture, vengano messe a disposizione delle scuole e del pubblico occasioni concrete di conoscenza, di sperimentazione, di arricchimento interiore e intellettuale, di fronte alla bellezza della natura e delle opere umane, con riferimenti specifici alla nostra amata città, al suo territorio, al suo ambiente, alla loro evoluzione nel tempo e alla loro collocazione nel più ampio contesto dell'Europa e del Mondo.
Con la collaborazione di tutte le persone nel cui animo è accesa la stessa scintilla che ha animato Francesco, la passione e il desiderio per una società, per una città, per un mondo migliore, sarà possibile proseguire l'opera che lui ha avviato.
Grazie Francesco.
Roberto Sannevigo