In occasione del 40° anniversario dell'evento, lo sbarco sulla Luna è di nuovo tornato tra gli argomenti che più occupano giornali, programmi televisivi e simili (anche spot pubblicitari, a quanto pare!).
Ormai ne è stato detto di tutto (e di niente), ma pochi pensano che significato e che conseguenze abbia avuto ed in che contesto sia avvenuto. Tralascio qui i particolari tecnici e cronologici, facilmente reperibili...
La corsa alla Luna era iniziata principalmente come sfida politica tra le due superpotenze dell'epoca.
L'Unione Sovietica sembrava in netto vantaggio, avendo per prima inviato nello spazio sia macchine (lo Sputnik), che esseri umani (Gagarin... o no?).
Gli Stati Uniti non volevano rimanere con le mani in mano, per motivi di prestigio di fronte all'opinione pubblica, ma soprattutto perché disporre di una tale tecnologia significava anche poter bombardare l'avversario in maniera inaspettata.
Da qui era partita la sfida lanciata da Kennedy: essere i primi a portare un uomo sulla Luna, e a farlo ritornare.
L'impresa si rivelò da subito colossale: dovevano essere messi a punto materiali nuovi, procedure mai pensate prima.
Non mancarono le tragedie, come quella dell'Apollo 1. Si arrivò infine ad eseguire una serie di lanci, durante i quali vennero perfezionate le manovre che sarebbero poi servite per gli allunaggi veri e propri, fino alla missione Apollo 10, in cui si testò letteralmente tutto, tranne ovviamente la discesa vera e propria: l'immissione in orbita lunare, l'uscita del LEM dallo stadio in cui era alloggiato, il suo attracco con la capsula di comando, il ritorno a Terra.
L'Unione Sovietica, comunque, non era rimasta inerte, e stava preparando le "sue" missioni lunari. A seguito di difficoltà tecniche, e dopo la disastrosa esplosione del razzo N-1, si opto' per l'invio di sonde automatiche. In particolare, la missione Luna 15 venne lanciata il 13 luglio 1969, e raggiunse la Luna tra il 20 ed il 21: contemporaneamente all'Apollo 11 !
Purtroppo la sonda precipitò sulla superficie lunare, e la missione fallì.
I lanci successivi andarono a buon fine, e rispedirono sulla Terra campioni di suolo lunare; vennero inoltre inviati due grossi veicoli (i Lunokhod), che percorsero svariati chilometri eseguendo una serie di misure ed analisi.
Ma torniamo agli Stati Uniti...
Dopo l'Apollo 11, altre cinque missioni raggiunsero la Luna; l'ultima fu l'Apollo 17, alla quale partecipò anche un geologo, Harrison Schmitt. In tutto, dodici persone camminarono sulla superficie lunare.
Va inoltre ricordata l'impresa dell'Apollo 13: un'esplosione di un serbatoio di ossigeno liquido costrinse gli astronauti ad un rientro a dir poco drammatico. Altri lanci erano previsti, ma vennero cancellati (il termine "Apollo 18" e' a volte riferito alla missione Apollo/Soyuz del 1975: evidentemente la Luna non c'entra...).
Come è facilmente intuibile, questi eventi si sono sviluppati in un ambito ben più complesso di quanto potrebbe sembrare a prima vista. Non è stato un "vado, conquisto la Luna e torno a casa" come troppo spesso ci si limita a pensare; si è anzi trattato di una serie graduale di imprese che hanno coinvolto complessivamente decine di industrie e migliaia di persone.
Indubbiamente, sono stati avvenimenti che hanno segnato la Storia, e cambiato la nostra vita, anche e specialmente quella di tutti i giorni. Si pensi alle innumerevoli ricadute avute in seguito: non solo nuovi materiali, calcolatori, circuiti e strumenti elettronici, ma anche oggetti ben piu' comuni, come trapani a batteria e padelle antiaderenti.
Da allora, l'interesse per le missioni lunari è via via calato, salvo rari accenni generalmente scandalistici o sensazionalistici (e comunque facilmente smentibili).
Ultimamente, soprattutto da parte delle "nuove potenze" spaziali (Cina, India, Giappone) si sta parlando di un ritorno alla Luna, sia con sonde automatiche che tramite equipaggi umani (e magari realizzando pure una base permanente): la sua superficie potrebbe essere sfruttata per i minerali, ma anche per la presenza di elio-3, un ottimo combustibile per i reattori a fusione.
Si tratta pertanto di progetti veramente strategici, pensando alla prevedibile minor disponibilità delle risorse terrestri.
Della proposta di realizzarvi invece un osservatorio, al momento nessuno ne parla più: oltre all'astronomia ottica (mancando un'atmosfera, tutte le lunghezze d'onda colpiscono la superficie senza attenuazioni), avrebbe interessato principalmente la radioastronomia, poiché l'emisfero nascosto è protetto dalle emissioni artificiali provenienti dalla Terra.
Staremo a vedere...