L'Associazione Astronomica Euganea è coinvolta nella gestione e nell'organizzazione delle attività del Planetario di Padova.
Sono molti i soci della AAE attivi al momento presso il Planetario di Padova, a partire dal coordinatore del comitato di gestione del planetario Roberto Sannevigo, che è uno dei fondatori e già presidente della AAE, senza dimenticare Tiberio Cuppone, planetarista, così come Stefano Ottani e Giannantonio Milani, conferenzieri e planetaristi, Carlo Vinante e Roberto Mucci, sistemisti del sistema informatico e tanti altri che supportano il Planetario nelle serate osservative.
Il Planetario di Padova, inaugurato il 21 aprile 2009 a ad oggi (marzo 2010) ha visto passare più di 16000 spettatori, ricevendo le lodi e i complimenti per la chiarezza delle esposizioni ma anche e soprattutto per la spettacolarità delle presentazioni e l'altissimo livello di preparazione dei planetaristi.
BREVE STORIA DELLA NASCITA DEL PLANETARIO A PADOVA
L’idea di realizzare un planetario a Padova risale alla fine degli anni ’60.
Da poco era sorto il Gruppo Astrofili di Padova (GAP), una delle prime associazioni di amatori di astronomia in Italia, fondata per opera di alcuni appassionati tra i quali spiccano il Prof. Marco Restiglian, insegnante di matematica presso il Seminario Vescovile, il Prof. Luigi Zaninello e il Prof. Giuliano Romano, astronomo dell’Osservatorio di Padova. Fu durante la prima gita presso il civico Planetario Hoepli di Milano che un anziano astrofilo incitò l’allora giovane presidente Roberto Sannevigo auspicando che con il tempo, e data la giovane età, potesse riuscire a far costruire un planetario anche nella nostra città, così ricca di tradizioni astronomiche e culturali. Ad incoraggiare questo ambizioso progetto concorreva il fatto che l’allestimento di planetari piccoli e grandi si stavano nel frattempo diffondendo, dalla vicina Treviso per opera del Prof. Giuliano Romano, a Firenze ed in altre città italiane ed europee.
I primi progetti concreti, che ipotizzavano la realizzazione di un Osservatorio astronomico sui Colli Euganei e di un annesso planetario, presero forma nel 1973 ad opera di Roberto Sannevigo e Giancarlo Favero. Lo Studio Architetti Barato offrì la sua collaborazione gratuita studiando un progetto della struttura nel quale trovarono posto tutti gli spazi desiderati: osservatorio, planetario, sala riunioni, foresteria.
Ma per vedere una prima realizzazione concreta di un planetario e di un osservatorio, fu necessario attendere fino al 1982.
Solo allora, grazie all'interessamento di numerose componenti delle scuole e dell'astronomia amatoriale e professionale, divenne possibile acquisire un primo strumento.
Un contributo determinante alla realizzazione venne dalla Prof. Bovi e dai Proff. Camuffo e Bellettato, rappresentanti del Provveditorato agli Studi di Padova e della componente scolastica, e dall'allora presidente del Gruppo Astrofili Prof. Giancarlo Favero. Una donazione, fatta al Comune di Padova dalla allora Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, permise di acquistare lo strumento prodotto dalle Officine Galileo di Firenze e adatto a spazi di modeste dimensioni.
Lo strumento, denominato Galileo IV, era costituito da un apparecchio di proiezione a fori stenopeici in grado di proiettare un migliaio di stelle, simulando l’aspetto del cielo e i suoi movimenti all’interno di una piccola cupola in grado di accogliere una trentina di spettatori.
Gli astrofili curarono in proprio la costruzione della cupola. In particolare Giancarlo Favero e la moglie Adriana costruirono una semisfera assemblando con la macchina da cucire spicchi di tela “pelle uovo”. La tela fu sorretta poi da una leggera intelaiatura metallica allestita da Giampaolo Gazzotto.
Il Planetario Galileo fu inaugurato il 23 febbraio 1983.
La cupola, di eccellente fattura, è rimasta in funzione fino ad oggi nel piccolo Planetario Galileo alloggiato presso una stanza dell'Ex Macello Comunale in via Cornaro.
Nonostante le ridotte dimensioni dell’apparato e le limitazioni dettate dalla sua tecnologia, che imponevano un controllo manuale sulla maggior parte delle funzioni, ne fu immediatamente evidente l’enorme potenziale didattico ed in misura minore, spettacolare: la visualizzazione della volta celeste, con Luna e pianeti, da qualsiasi punto della superficie terrestre, in qualunque stagione dell’anno ed in qualsiasi epoca storica (entro un arco di tempo di +/- 26.000 anni), permetteva di spaziare dalla storia alla geografia, dall’astrofisica alla cosmologia.
Il lavoro didattico fu organizzato dai suddetti Prof. Bovi, Bellettato e Camuffo. Un gruppo di studenti e neo laureati di astronomia venne preparato per tenere le lezioni per le scuole superiori, mentre alcuni astrofili curarono le scuole elementari.
Principali relatori nei primi anni furono Bianchini, Dal Negro, Malvasi, Veltroni, Della Valle, Bovi, Matossian, Favero, Bellettato, Zatti, Brancaleoni, Milani.
Il planetario entrò subito a regime con l’anno scolastico 1982-83 e vide tutte le mattine la frequenza di scuole di ogni ordine e grado, a volte anche scuole materne e corsi universitari, mentre al giovedì sera vennero curate serate, su vari temi, dedicate al pubblico e tenute da astronomi ed astrofili qualificati (nel primo periodo in particolare Antonio Bianchini, Giancarlo Favero, Paolo Zatti, Pierandrea Brancaleoni).
Inoltre la decima edizione del Corso Pubblico di Astronomia (organizzato dal Gruppo Astrofili di Padova ed ospitato di norma presso l'aula A dell'allora Istituto di Chimica dell'Università) si tenne presso il Planetario.
Primo Direttore del Planetario fu Giancarlo Favero che curò e coordinò l'attività all'incirca nei primi due anni. Proseguì la sua opera Giannantonio Milani, che, assieme a Paolo Zatti, si occupò direttamente di gran parte dell'attività didattica e pubblica fino all'inizio degli anni '90.
Dopo un periodo di transizione nel quale la gestione fu curata da Ugo Alessi, Stefano Zanasco, Stefano Baggio e Matteo Paolelli, ad assumere questo onere fu Erasmo Capuzzo che ha condotto il planetario fino all'inaugurazione del nuovo Planetario di Padova con la collaborazione di alcuni astronomi ed astrofili esperti, tra i quali ricordiamo Marco Masi, Francesco Di Mille, Dario Tiveron, Juan Lloret, Fabio Borella ed altri.
Molte persone di fatto hanno complessivamente contribuito in vari modi all’attività del Planetario Galileo in questi 26 anni, ci scusiamo per non riuscire a ricordarli e citarli tutti.
Tra le attività svolte presso Planetario Galileo spicca anche la partecipazione alla manifestazione estiva “I Notturni d'Arte”. Per molte estati, nonostante la limitata capienza, il Planetario Galileo è stato meta di un gran numero di visitatori.
Particolarmente significativa la cerimonia tenutasi nel 1999 presso l’Istituto Tecnico Industriale “G. Marconi”, con l’allora presidente del Gruppo Astrofili di Padova, Roberto Sannevigo, volta a celebrare le 100.000 presenze al Planetario, soprattutto studenti delle scuole di Padova e Provincia, ma anche da tutto il Veneto e da altre regioni. Un risultato prestigioso per una piccola struttura come il Planetario Galileo.
E' da menzionare inoltre che la nostra città ebbe già in funzione, anche se per un breve periodo, un grande planetario che fu allestito nel 1987 nel Palazzo della Ragione in occasione della mostra “Halley e Giotto, magico appuntamento nel cosmo”. La mostra è stata allestita in occasione del ritorno della cometa di Halley (che cadeva appunto in quell’anno) e della missione della sonda Giotto, realizzata dall'Agenzia Spaziale Europea, che ha esplorato da vicino la celebre cometa e che ha visto coinvolto in prima linea l’Osservatorio Astronomico di Padova e Asiago nella progettazione e realizzazione di alcuni strumenti installati a bordo della sonda.
Anche in questa occasione la costruzione e il montaggio della cupola del planetario, di diametro di ben 9 metri, oltre al trasporto e alla sistemazione dello strumento di proiezione, ha visto all’opera gli astrofili sotto la guida di Giancarlo Favero. Lo strumento fu messo a disposizione dalla ditta di costruzioni ottico-meccaniche Zen, di Venezia. Prezioso fu anche l'aiuto del Gruppo Speleologico Padovano che aiutò nella fase critica di montaggio della cupola nel Palazzo della Ragione.
Durante la mostra, astrofili esperti (Paolo Zatti, Davide Favaro, Matteo Paolelli, Giannantonio Milani) si sono alternati per consentire a migliaia di persone di assistere alla meravigliosa e suggestiva proiezione del cielo nel planetario.
Si sperava che l’allestimento temporaneo di questo planetario di elevata qualità potesse aprire la strada ad una installazione definitiva, per sostituire il piccolo planetario Galileo. Ma purtroppo i tempi non erano ancora maturi, e dobbiamo attendere il 1999 perché un nuovo progetto potesse iniziare a riprendere corpo. Questo progetto, curato da Marco Masi, Mauro Cavasin e Roberto Sannevigo, e sostenuto dal Sindaco Flavio Zanonato, è giunto finalmente alla realizzazione con l'inaugurazione del nuovo Planetario di Padova, avvenuta il 21 aprile 2009.
Il progetto ha ricevuto una spinta decisiva proprio dal Sindaco Flavio Zanonato, uno di quei giovani che negli anni '60 aveva subito il fascino dell'astronomia e dell'esplorazione spaziale e che aveva da lungo tempo sognato la nascita di un Planetario prestigioso a Padova. L’inaugurazione è avvenuta nell’anno dell’Astronomia, che celebra il quattrocentesimo anniversario delle scoperte effettuate da Galileo nella nostra città e che hanno rivoluzionato la scienza e l’astronomia. Dunque un momento carico di significato e indubbiamente indovinato perché il nuovo Planetario segna l’inizio di una nuova era per la divulgazione e la didattica della scienza a Padova: si passa infatti da uno strumento tradizionale di tipo ottico-meccanico (il vecchio Galileo IV) ad uno strumento digitale interamente pilotato da computer con enormi potenzialità, anche a livello spettacolare.
Negli stessi anni nei quali prese vita il primo Planetario, e a compendio della sua attività, venne realizzato su un terrazzo soprastante l’entrata all’Ex Macello un piccolo osservatorio con i telescopi del Gruppo Astrofili di Padova. Un cubo di legno truciolare si apriva su un lato mediante due portoni e scorreva su due rotaie liberando per l’osservazione il riflettore da 150 mm acquistato sotto la presidenza Favero al quale era stato posto in parallelo il rifrattore da 100 mm già donato al GAP dal Vescovo di Padova nel 1969. La realizzazione fu curata da Giampaolo Gazzotto. Il piccolo osservatorio veniva utilizzato, oltre che per osservazioni effettuate dagli astrofili, anche per serate di osservazione pubblica con grande affluenza di pubblico.
Per interessamento dell'allora presidente Gen. Oreste Fibbia il GAP ottenne in seguito un contributo della allora Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che permise di acquistare un telescopio di 400 mm di diametro e un telescopio rifrattore da 150 mm montati in parallelo. Il Comune di Padova curò la realizzazione di una cupola apribile in maniera originale e l'adattamento dell’edificio per la realizzazione di un Osservatorio astronomico stabile che ha meglio coadiuvato le attività pubbliche e didattiche svolte al Planetario Galileo. L'Osservatorio fu intitolato a Giuseppe Colombo.
Nel concludere questa breve ma gloriosa storia del Planetario Galileo, che nei suoi 26 anni di attività ha visto quasi 200.000 spettatori frequentare le proiezioni nella piccola cupola in via Cornaro 1b, auguriamo una ancor più florida attività al nuovo Planetario della Città di Padova.
Padova, maggio 2009
Con i contributi ed i ricordi di Pierandrea Brancaleoni, Giancarlo Favero, Giannantonio Milani, Roberto Sannevigo, Paolo Zatti.